Secondo quanto riportato dall’articolo 1 comma 627 della legge 160 del 2019, in Italia è stato istituito un fondo da 1 milione di euro presso il Ministero dell’Interno che ha lo scopo di incentivare lo sviluppo del voto elettronico. In modo particolare il provvedimento del 9 luglio approva “le linee guida per la sperimentazione di modalità di espressione del voto in via digitale“. Cerchiamo di comprendere più da vicino in che cosa consista la sperimentazione e come sia stata programmata.
Quali sono gli aspetti tecnico organizzativi di un voto elettronico a distanza?
Al fine di assicurare una corretta ripartizione delle risorse economiche messe a disposizione per la sperimentazione del voto elettronico, il decreto legge indica in modo particolarmente preciso le modalità attuative e le procedure tecniche necessarie al fine di consentire un’adeguata organizzazione, sia della simulazione che della successiva fase di voto effettiva. Sebbene il provvedimento legge non indichi in modo dettagliato le modalità operative che vengono utilizzate per organizzare la votazione elettronica e la simulazione, sono ad ogni modo indicati dei requisiti generici per assicurare il corretto svolgimento delle procedure elettorali.
Secondo quando è stato espressamente indicato nell’articolo tre (votazione elettronica a distanza e autenticazione dell’elettore), la votazione elettronica dovrà avvenire mediante una web application, alla quale l’elettore potrà accedere attraverso l’utilizzo di un qualsiasi dispositivo digitale che risulta essere collegato alla rete Internet (clicca qui per un esempio). È infatti sufficiente l’utilizzo di uno dei sistemi più diffusi al fine di assicurare il semplice accesso alla piattaforma. L’elettore che desidera usufruire del voto elettronico a distanza dovrà presentare una istanza presso gli sportelli dell’ufficio elettorale comunale dove è iscritto alle liste elettorali. Il sistema di identificazione degli elettori avviene mediante l’identità digitale.
Voto elettronico in Italia: quale sperimentazione?
I fondi messi a disposizione dal decreto legge 160 del 2019 non sono i primi che vengono erogati al fine di implementare la sperimentazione del voto elettronico Italia ma, in questo caso, a differenza delle sovvenzioni precedenti, è stata introdotta l’espressione del voto elettronico a distanza attraverso l’utilizzo di Internet. Questa implementazione ha lo scopo di migliorare l’esperienza di voto dei cittadini che vivono all’estero e i fuori sede.
Il diritto di voto attraverso la modalità elettronica, dunque, è stato implementato per coloro che vivono temporaneamente fuori dal comune di residenza: si tratta di una platea di circa 7,5 milioni di italiani (secondo i dati ISTAT i fuori sede ammontano a circa 3 milioni e gli elettori italiani all’estero circa 5 milioni), ma a questi devono essere aggiunti i cittadini temporaneamente fuori sede. Secondo quanto descritto dal documento, al fine di assicurare una gradualità nella sperimentazione e una validità legale del voto, la prima fase della sperimentazione prevede una simulazione dello stesso e dello scrutinio elettronico senza valore legale, al fine di testare la capacità del sistema di voto e di valutare gli standard qualitativi dello stesso.
Questa simulazione del voto elettronico a distanza riproducendo in toto un evento elettorale reale. Nel caso in cui la simulazione dovesse avere esito positivo sarà possibile procede la sperimentazione del sistema di votazione elettronica durante un evento elettorale reale; in questo caso vi è valore legale.